Giallo Morte

Beffardo e invisibile, quando arriva ti afferra e non ti fa più respirare. Impalpabile, schivo, non lo puoi fermare. Scivola sopra ad un colpo di tosse, quasi fosse un lungo respiro. Si ferma davanti a porte e finestre, bussa su tutto senza fare rumore, il suo istinto è quello di entrare.

Non lo puoi percepire perché non c’è!

Serve il principio di astrazione, una funzione cerebrale che hanno in special modo i creativi. La capacità di immaginare, di vedere, di disegnare i sogni e la realtà futura; una specie di proiettore che illumina il vuoto. Grazie a questa capacità il Virus diventa solido, visibile.

Ma non tutti ci riescono.

Quanto tempo chiusi in casa, fermi negli antri di una casa ormai conosciuta a memoria. Non c’è niente da esplorare, da scoprire. Ci sono scontri verbali da clausura, quasi fossimo diventati delle monache.

Più foche che suore eh eh.

Basta un attimo e le pecore escono in gregge, si perché non esiste la coscienza collettiva, ma la stupidità si. Tutti sui navigli, sui lungomare, tutti fuori, anche se il “giallo” parte da dopodomani; ma si chi se ne frega, anticipiamo così sfruttiamo il weekend, come se il virus prendesse una pausa e si riposasse il sabato e la domenica.

Come può un popolo essere così ignorante, e dove potranno trovare posto
le persone che vogliono rispettare le regole?

Sembra una lotta dantesca tra carcerati e demoni, dove il tentatore trasgredisce tutte le regole e per sentirsi tranquillo con la propria coscienza ti spinge a trasgredire. In questo caso entra in gioco un’altra funzione cognitiva molto particolare, quella della: “fetta di torta”.

Se sei a dieta, e non devi trasgredire, qualsiasi cibo dolce va evitato, fino a quando sei “in quarantena”, dopo potrai piano piano assaggiare qualche biscotto senza zucchero. Ma se per caso il tuo diavolo tentatore che fino a questo momento ha fallito, ti dice: «Dopodomani hai finito la dieta, mangia solo un cucchiaio di tiramisù, cosa vuoi che sia», la mente dopo aver ,assaggiato un solo cucchiaio, giustifica il fatto di mangiare tutta la coppa di tiramisù, perché ha annullato il senso di colpa. Il demone è riuscito nel suo intento, il soggetto sta modificando la percezione della realtà utilizzando solo bugie, scuse per non vivere il sentimento del fallimento, perché da 38 giorni non toccava un dolce, e con quella bomba di zucchero ha vanificato 38 giorni di dimagrimento.

COVID-192021

Per il Covid-19 che possiamo tranquillamente chiamare Covid-192021 perché è mutato in questi tre anni, vale lo stesso principio, cosa mi interessa se neonati, bambini, giovani sono a rischio, io devo uscire, devo andare, e la mascherina; è solo un accessorio che “devo” portare con me, ma se finisce sotto al naso o avvolge il mio gomito chi se ne frega, la vita è lunga, la vita all’aria aperta dei giorni della merla è meravigliosa. Questo accade quando i cervelli sono abituati a farsi programmare dai media: radio, tv, giornali. Perché non si pensa più, non c’è responsabilità: se lo fanno loro perché non posso farlo anch’io? Quel vecchio sarebbe morto sicuramente lo stesso covid o non covid; da lunedì siamo in zona gialla, quindi il covid è morto, si può uscire, andare al parco, mangiare al ristorante.

Questa è la dura realtà che fra cento anni leggeranno sui libri, un popolo di idioti che continua a ripetere gli stessi errori, come si paventa la possibilità di riaprire qualcosa, il popolo italiano si tuffa a pesce, e cerca di respirare un po’ di libertà illusoria, per poi ritrovarsi in lockdown. Sono stufo di vedere sempre la stessa realtà, non voglio vivere in un luogo dove la morte arrivata si presuppone dal continente giallo, continua a mietere vittime tutti i giorni a scapito dei più deboli. Sembra un paradosso ma è un pregiudizio, come la classificazione a colori delle razze: rossi, neri, bianchi, gialli; oggi siamo tutti: azzurri. La mascherina chirurgica ci ha classificato come popolo azzurro, e la storia ne terrà conto. Ancora una volta non si affrontano i problemi, si sorvola, si “diluisce” il problema per non affrontarlo, questo determina un abbassamento della percezione dei rischi, e la paura scema, così da sentirsi pronti a combattere un microrganismo invisibile. Una presunzione mondiale, fatta di categorie di idioti, ipocriti, e saccenti, che di fatto determina la morte di innocenti. Mi domando ed è la quinta o sesta volta che lo faccio, ma se negli anni futuri al posto di avere un’influenza come il covid si diffondesse un virus più mortale come l’ebola, dove finirà la nostra illusoria società? La popolazione rimarrebbe in vita solo per un terzo. Le risorse alimentari finirebbero per impossibilità di coltivare nei campi e nelle serre. La gente idiota continuerebbe a far finta che il virus non esiste, l’ebola non esiste. Tutto si fermerebbe, i campi da calcio avrebbero i cespugli al posto del prato all’inglese, le città si riempirebbero di animali, uccelli, lupi, fagiani. Gli ospedali forse sarebbero funzionanti solo in bunker segreti e nascosti sottoterra, perché quelli all’aperto sarebbero stati saccheggiati dalle masse ignoranti in cerca di un vaccino o una bombola di ossigeno, anche qui la massa sarebbe stata influenzata dal demone e avrebbe seguito a pecora i primi impazziti. La mancanza di cibo determinerebbe il saccheggio degli ultimi residui di cibo, poi ci sarebbero scontri violenti per una scatoletta di tonno, e un pezzetto di pane. Farebbero la comparsa le armi, che fermerebbero ancora di più una possibile ripartenza. La vita non avrebbe grandi chance di proseguire verso il futuro. Anche il serpente in questo nuovo giardino dell’eden, affamato e acciaccato, al posto di dare la mela ad Eva, la mangerebbe e attaccherebbe gli ultimi due umani. Una catastrofe generale perché nessuno ha insegnato alle nuove generazioni la collaborazione, solo il Giappone rimarrebbe autonomo, perché chiuderebbe i confini e il rigore categorico del popolo garantirebbe il rispetto delle regole e forse una speranza di vita. L’ebola disintegrerebbe ogni organismo, passerebbe da una specie all’altra e farebbe sparire da una cartina mondiale tanta terra emersa, ci sarebbero righe rosse oltre le quali non si potrebbe andare.

Non ci sarebbe più la moneta, non ci sarebbe un governo, tutte le cose fondamentali ed utili fino a ieri non esisterebbero più.

Anche l’uomo, questo semi-dio, diventerebbe il gradino più basso dell’esistenza. Non servirebbero le chiese, non servirebbe il panificio perché sarebbe senza farina, non ci sarebbe il ristorante perché non ci sarebbe moneta per pagare alcun cibo, tutto sarebbe immobile e chi oggi corre ed esce a respirare la libertà probabilmente starebbe nascosto ad imprecare, a cercare nei ricordi il benessere di qualche anno prima. Chi si fosse comprato un biglietto miliardario per un bunker a cinque stelle, vivrebbe per i successivi 20 anni chiuso in una scatola di cemento armato, con cibo raffermo in scatola, ma la possibilità di riflettere sulle cause di questo disastro. Ma una volta finite le scorte, si troverebbe a fare la guerra e forse morire perché a dieci anni dalla chiusura i negazionisti avrebbero cercato di aprire quella porta metallica, e invece a vent’anni di distanza, ci sarebbe una nuova religione che giustificherebbe il motivo per cui bisogna rimanere chiusi lì sotto terra, in questa tomba collettiva al posto di aprire il portone di ferro e ritrovare la libertà. 

Questa è la conseguenza di una società che non è una società.

Che non sa affrontare i problemi e non sa far rispettare le regole. Chi è abituato ad infrangerle non si pone il problema di rispettare i minimi dettami come portare la mascherina o non fare assembramenti, chi le vuole rispettare non accetta l’altro, lo vorrebbe contagiato e morto pur di dimostrargli che il suo negazionismo era sbagliato. Siamo destinati ad anni di sofferenza psico-fisica enorme, dovuta alla nostra non-società. Non abbiamo imparato dalla storia, dagli errori, dal dolore dei nostri avi. Forse l’unica maniera per affrontare una pandemia invisibile è scatenare una guerra mondiale, dove la pallottola di metallo fa più paura della pallottola molecolare del virus, così forse la percezione della “zona gialla” farebbe più paura, e la gente, le pecore seguirebbero il can pastore per evitare il lupo, e la vita forse, e dico forse tornerebbe normale.

Oggi il Giallo è la morte, di una società, delle regole, di persone fragili che si contageranno proprio per questo colore che nelle menti deboli ed ignoranti di questi popoli rappresenta la libertà di fare quel cazzo che gli pare e a scapito di tutti. 

Cosa diremo ai nostri nipoti, fra due anni gli racconteremo che i loro avi sono morti perché la zona gialla era stata percepita dagli idioti come “tana libera tutti”?