Chi possiede le chiavi del tempo? Chi lo governa? Si può modificare?
Il passato è la storia, ed è un secondo fa, è la vita che si srotola, e ognuno ha il suo rocchetto di filo, chi più lungo chi più corto; ma alla fine si incrociano tutti, formano strade, nodi, ingorghi. Io comunico attraverso il mio filo, ma ricevo messaggi da tutti i fili.
Sembra un sogno, una wifi, ma in realtà è la vita. Come può esistere il passato, se non creiamo futuro? Fare una guerra è rivivere il passato o modificare il futuro? Se io potessi guardare avanti nel tempo e vedessi “cose conseguenza di altre”, fili che si annodano e che cambiano il corso stesso dell’esistenza?
Noi siamo piccoli ingranaggi, non possiamo occupare uno spazio-tempo diverso da quello molecolare-energetico del nostro presente.
Come faccio a bloccare una guerra? Cosa devo comunicare al futuro per cambiare il passato? Come togliere dall’equazione il futuro? Noi siamo una porzione di tutti e tre i fattori. Forse migliorare il futuro significa fare una guerra nel presente? Forse è la guerra che è tornata indietro dal futuro, e sta cambiando il passato?
Quanto futuro serve per creare passato?
Se vale la formula P=PR-F vale anche PR=P+F e anche F=PR-P, ma possiamo dare così valore alla matematica?
a=b-c b=a+c c=b-a a-b=(b-c)-(a+c)
P=PR-F PR=P+F F=PR-P P-PR=(PR-F)-(P+F)
Ogni filo è necessario ed è collegato con le tre variabili. Quindi si può cambiare l’esito di una guerra senza cambiare il futuro? NO! Quindi non si può cambiare il passato. Quindi l’unico cambiamento è sulla variabile PR, l’unica che possiamo modificare.
Detto questo ragionamento, l’ipotesi è che la guerra è: il presente; che è passato e futuro assieme. Quindi l’unico modo razionale per poter intervenire è non pensare al futuro, ma al subito, adesso, senza cambiamenti, ma immediato.
Cambiare l’esito del nostro futuro è contenuto nei prossimi 5 secondi, questa è la realtà.
La guerra di oggi è come una blockchain, che unisce pezzi di passato e futuro, che contengono errori, ma che non sono modificabili.
Se il postulato guerra=morte è diverso da zero, la guerra nucleare è inevitabile.
Potremmo stare qui e fare gli storici, i complottisti: tutte le opzioni possibili non cambierebbero l’equazione. Questo non vuol dire che non c’è possibilità di cambiare il futuro, ma solo che possiamo cambiare il presente.
La matematica non tiene conto del sentimento, dell’emozione, come la morte. Ma è necessaria per dare un senso stesso all’equazione, alle conseguenze in essa contenute.
A volte è necessario togliere il passato per avere un presente, e questa è la nuova unica equazione. Tirare una riga e ricostruire il presente.
Le guerre non iniziano e non finiscono da sole.
Le guerre sono appannaggio del genere umano. L’uomo le genera e perisce con esse. Se la nostra vita non ci interessa, non ci appartiene, quella del futuro si, ed è nostra responsabilità, in questo ostile presente, garantirla. Tutti siamo responsabili e coinvolti, tutti con il proprio rocchetto di filo, tutti collegati. Qui si entra nel ramo binario della scelta che nega il libero arbitrio, non puoi “non scegliere” perché essendo parte dell’equazione, non ti puoi sottrarre; se fai finta di niente, stai dicendo: che guerra sia!