recinto degli idioti

«Ti viene mai l’istinto di spaccare la testa a qualcuno?» Bene, non serve a niente!

Qui c’è poco da incazzarsi, c’è da fare un lavoro pazzesco per insegnare, spiegare, far vedere chi siamo come popolo, cosa possiamo o dobbiamo fare per garantire ai nostri figli e alle generazioni future di poter sopravvivere. Sopravvivere!!! Non a caso, ma con un fine, non morire per queste cazzo di malattie.

Siamo in un “recinto degli idioti”, o assieme ad essi.

Non vuol essere una provocazione o mancanza di rispetto, ma solo la consapevolezza dell’ignoranza su uno specifico argomento, che sfocia in fakenews, o credenze popolari.

Quando è arrivato l’HIV o AIDS, era una tragedia al pari dell’Ebola. Perché la concreta conseguenza percepita era: se lo prendi muori.

Questo ha determinato una serie di conseguenze che hanno cambiato irreversibilmente il mondo, e l’intera società umana che lo popola. Stiamo parlando del 1984 con il primo caso italiano a Milano.

36 anni di lotta, per debellare una malattia che c’è ancora, e si muore contraendola. Faceva notizia perché grandi nomi dello spettacolo morivano di questa malattia, come cantanti e attori del cinema.

Il Covid-19 ha le stesse sembianze, si presenta con un vestito invisibile, viene sottovalutato perché prima di capire a marzo 2020 che era lui il responsabile di tutti i sintomi devastanti rilevati nelle terapie intensive, ci sono state morti non certificate COVID-19.

Dopo il primo passaggio, (CHE È UNA STRONZATA), non è mai andato via!

I popoli si ritrovano in un “recinto degli idioti”, nel quale basta che un individuo sia anche portatore sano asintomatico, per scatenare l’inizio di un focolaio incontrollabile.

Ci sono delle domande “giuste” che nessun giornalista ha fatto, e che i video-medici, quelli che occupano gli spazi televisivi, non hanno la più pallida idea di quale sia la verità. Mesi di cazzate, mesi di ipotesi tirate come una siringa lanciata che non centra mai la natica.

Volete sapere quali sono le domande da recinto? Eccone alcune:

  • Se tutti gli italiani si ammalassero di Codvid-19 il virus smetterebbe di esistere? Si annullerebbe?
  • Se il virus è ancora presente in Italia è possibile che muti la sua composizione genetica?
  • Quali sono le patologie derivate dal Codvid-19 che possono determinare la morte?
  • Se gli anticorpi hanno un’azione che può durare da 2 mesi a 6 mesi dovremo vaccinarci 2 volte all’anno?
  • È auspicabile che fra trent’anni come per l’AIDS si morirà per Covid-19?
  • È vero che a differenza degli altri SARS questo ha una proteina in più che gli consente di replicarsi e di modificarsi senza morire?
  • Quali sono i sistemi per neutralizzare o uccidere il virus, se esistono?

Se all’ultima domanda da recinto non c’è risposta, ossia: quarantena in casa, mascherina, guanti, detergente, siamo spacciati. Non solo perché non c’è soluzione, ma perché chi ha parlato come esperto fino adesso, ha raccontato un sacco di cazzate.

Perché recinto degli idioti?

Perché è come essere tutti su una nave, in mezzo al mare. Fra di noi c’è qualcuno contagiato dal Covid-19, sta a letto, qualcuno sta peggio ed è in infermeria, qualcuno è già attaccato all’ossigeno, qualcuno non sa di averlo ed è asintomatico, cioè non ha tosse, mancanza del gusto, febbre, e sta giocando al tavolo del black jack del casinò della nave. L’altro asintomatico è un soggetto che gira tutta la nave per lavoro, è l’inserviente che pulisce e pulisce le cabine, rifacendo i letti.

Tutti in un recinto.

Ovunque io mi sposti: ascensore, scale, bagni, bar, lettini, spogliatoi. Chiunque infetto che abbia tossito, starnutito, toccato, anche solo appoggiato un fazzolettino cleenex.

I soggetti contagiosi vengono identificati e isolati in infermeria, dove i 5 posti disponibili per ossigeno e terapia intensiva sono esauriti, sta esaurendo anche l’ossigeno, ed i farmaci.

Questi soggetti contagiati, non moriranno, perché il Covid-19 non è più forte come prima, m qualcuno magari ha un’altra piccola patologia che si può ingigantire, ma non lo sappiamo.

Mentre il nostro giocatore di black jack sta continuando a contagiare tutti: croupier toccando le carte e parlando senza mascherina, camerieri con i bicchieri, le mance, cassieri con le fiches, ecc.

C’è un bambino che manifesta l’appendicite, di corsa in sala operatoria. Tutti i medici sono già bardati anti-Covid-19 perché sono stati a contatto con i pazienti infetti, ma quando hanno capito cosa avessero, ormai era tardi. Operano il bambino, gli salvano la vita, e lo portano in rianimazione, FERMA!!! Ops, abbiamo 3 giovani, una mamma incinta, ed un anziano ultrasettantenne che sono attaccati all’ossigeno. A CHI LO TOGLIAMO?

Il primo ad essere destinato alla morte è l’anziano, per dare spazio alla giovane vita del bambino.

La nave è in mezzo al mare, e si ammala l’equipaggio, i macchinisti, i cuochi, gli inservienti. (Le aziende italiane).

La nave si ferma e va alla deriva. I saloni vengono convertiti in ospedale da campo, con letti e il necessario per aiutare gli ammalati. Tutti coloro che non manifestano i sintomi, vengono fatti rinchiudere nelle cabine. Il reparto infermeria e sala operatoria conta di 12 persone, a bordo sono in 2700 tra equipaggio e passeggeri.

Si fanno arrivare da Cuba in elicottero medici e anestesisti, che atterrano sul ponte della nave.

Adesso ci sono più medici e nuovi farmaci, oltre che altri respiratori polmonari.

Tutto procede per il meglio, ma tutti i contagiati dall’asintomatico giocatore di carte, hanno incubato la malattia che si presenta al 14mo giorno, per loro inizia il calvario di altri almeno 14 giorni, la popolazione malata a bordo della nave raddoppia.

Dovendo scegliere il male minore, sapendo che la massa è destinata a morire, si decide di non intubare più, non servirebbe a niente, salvi 1 paziente su 30. Quindi si cerca di andare ai ripari con i primi 150 morti. Non possiamo bruciarli, l’unica è gettarli fuori bordo! Nessuno vede più il proprio caro, neanche l’ultimo saluto, via fuoribordo in mezzo al mare.

Le persone in quarantena nelle cabine ormai da 28 giorni, cominciano a dare di matto, chi si mette a ballare sul balcone, si fanno bandiere per distrarre i bambini, si cerca la speranza, si prova a dare un senso. Alla fine, si scopre che il genitore, il fratello, l’amico che era con loro in vacanza, non c’è più.

Pianti, disperazione, si cerca di dare un senso, si cerca un colpevole, la voce gira, e si trovano tante persone a cui puntare il dito e dire: è colpa tua!

La nave si sta muovendo da sola in direzione di tempeste, di fondali con scogli affioranti, qualche rimorchiatore sta decidendo se vale la pena di aiutarla, ma aspettiamo, vediamo cosa succede, per il momento le nostre navi non hanno a bordo il virus. (Nazioni europee)

Il recinto degli idioti, si sta per duplicare e replicare in molti paesi.

I medici a bordo non ce la fanno più, mancano mascherine, manca di tutto, il clima è di aria viziata.

Il comandante invia un messaggio a tutti coloro che sono in quarantena: non preoccupatevi, la vostra vacanza è pagata, non per tutti, ma per una buona parte di voi che continuerà la sua crociera (alla deriva) su questa nave, ci penserà la compagnia a pagare le spese.

La divisione sociale ed emotiva è evidente, chi vorrebbe tornare nella propria cabina, chi vorrebbe uscire dalla cabina, anche a scapito della propria vita.

Il numero di malati diminuisce, e allora si concede a chi ha bambini o un cane di uscire dalla cabina, ma solo con guanti e mascherina.

Cominciano a vedersi le strade ed i ponti pieni di persone che sfilano con a fianco: cani, bambini, pupazzi, e qualsiasi cosa che possa giustificare questa pseudo-libertà.

Si continua a vedere la diminuzione del contagio: via! Potete andare a correre, in bici, e a fare ginnastica all’aria aperta, ma solo in spazi definiti, non su tutta la nave.

Via tutti amanti della corsa, anche chi ha portato solo tacchi a spillo, o le calze a rete, tutti a correre, perché correre fa bene, ti fa evadere da quel cazzo di carcere.

Perfetto, si ricomincia a vivere meglio, non serve più farsi portare i pasti in camera, si può andare a turno al bar e al ristorante. Si aspetta in fila con mascherina al gomito, e distanza sulle strisce adesive a terra.

Che figata sta sera apre anche la discoteca, via tutti a ballare che fa bene! Poi chi cucca si porta in camera il partner momentaneo per dimenticare questo brutto periodo di quarantena. Anche l’asintomatico giocatore si diverte con due squinzie, ma lui è ancora contagioso, e tra baci e abbracci, balletti osé, mance infilate ovunque a contatto della pelle, baci e carezze, in una sola notte di follia, contagia 60 persone.

Il comandante esulta perché la sala adibita ad ospedale è vuota, non ci sono più persone attaccate all’ossigeno. Si può di nuovo operare chi sta male e ricoverare chi ha il mal di mare.

Adesso la festa è completa, si vede l’arrivo nel porto, fra qualche giorno, e banchina libera tutti.

Dopo solo tre giorni sessanta persone bussano in fila all’infermeria, e si cerca di capire con chi sono stati in contatto, e porca puttana, con tutti quelli che lavorano. Altri cuochi, camerieri, equipaggio, inservienti, tutti distesi nel salone delle feste.

Il contagio riparte, ma non si deve fermare niente, perché altrimenti non si arriva in porto.

A terra in questo periodo, la compagnia verde avversaria ha lanciato slogan contro il comandante, contro la nave, contro l’equipaggio incapace, gridando: venite in porto che saliamo noi. Poi: no è meglio che state al largo con la mascherina.

Tutte le navi che avevano intorno, hanno alzato la bandiera del contagio, ogni nazione dovrà fare i conti con la sua nave.

Mi fermo perché mi sono rotto le palle! Quello che forse non si è ancora capito è che il “recinto degli idioti” è una nave, ed è come l’Italia intera. Qualsiasi cosa si faccia, nel bene o nel male, grava su tutti, come se fossimo su una nave. Se la mascherina non viene usata nel modo corretto, se la distanza non si può rispettare perché ci sono comandanti idioti che non hanno pensato di quadruplicare i mezzi pubblici, è inutile lamentarsi per bar, ristoranti, o attività che rischiano di chiudere, perché siamo TUTTI SULLA STESSA NAVE, e se non rispettiamo le regole, affoghiamo tutti!

Definizione linguistica ed etimologica di: IDIOTA

aggettivo

  1. Che rivela o denota una sconcertante stupidità: persona, fisionomia i.; una trovata i.; anche s.m. e f. (spec. come epiteto ingiurioso). “è un perfetto i.”
  2. aggettivo e sostantivo maschile e femminile In medicina, persona affetta da idiozia.

Guardate l’immagine dell’infinito, perché è esattamente quello che sta succedendo, è un continuo: guarire, contagiarsi, morire. Se il recinto rimane questo e non si cambia nulla, non si può pensare di avere cambiamenti, e sconfiggere il virus.

La domanda clou?

CHI GESTISCE DALL’ESTERNO IL NOSTRO RECINTO? …Nelle prossime puntate.