vento nero

Quanto abbiamo bisogno di una maschera, di una luce,
in questo viaggio verso il futuro che si sta manifestando incerto e confuso.

Un po’ come la leggenda di Jack-o’-Lantern, siamo anche noi anime che vagano alla ricerca di risposte e di un po’ di sicurezza, con la paura che la pandemia del diavolo ci prenda.

Come abbiamo fatto a ridurci così? Cosa ci ha fatto scendere sotto al gradino più alto nella scala animale? Quante altre volte nella nostra storia si è verificata una situazione simile?

Osservando e visitando alcune civiltà antiche, possiamo vedere costruzioni scavate sottoterra. In Sardegna, in Irlanda, in Mesopotamia, in tutto il mondo. Si accredita a questo tipo di costruzione la facilità, e una non precisa protezione contro i raggi solari, che in quel preciso periodo potevano danneggiare l’uomo.

Ma se invece fosse stata un’epidemia a scatenare la costruzione di queste abitazioni?

Anche noi siamo tornati trogloditi, chiusi in casa, a difendere la propria vita da un virus letale che ieri sera poteva venire a bussare alla nostra porta, più spaventoso di tutti gli altri Halloween, berciando a bassa voce: dolcetto o scherzetto? Dove lo scherzetto magari era il contagio. Quanto potenti potranno essere gli effetti della privazione della propria libertà con un lockdown, con l’impossibilità di venerare e ricordare i nostri morti, rispetto le generazioni future? Quali cicatrici mentali porteranno i nostri figli? Questa paura interna, profonda, troverà un freno attenuatore? Quanto fragili o quanto delinquenti saranno i giovani del futuro a causa di questo covid?

Forse la domanda che ci dovremo fare per tutte le generazioni è: finirà mai questo covid?

Sì, perché un po’ come per l’AIDS, da più di trent’anni lottiamo contro questa malattia, ma non vuol sparire e non c’è cura che tenga. Quindi con questo virus, l’idea di avere un vaccino, non sarà una mera finzione? Una speranza mai nata, che viene propagandata così, per attenuare gli animi?

Chi sa veramente qualcosa?

Da dove è venuto e se qualcuno lo ha volutamente creato, anche per sbaglio. Se è stato creato, chi lo ha autorizzato. Cosa è veramente accaduto, è stato scoperto, si trovava imprigionato in un cubetto di ghiaccio di milioni di anni fa, e grazie all’inquinamento da noi prodotto si è liberato. Oppure si è rotta una provetta in un cazzo di laboratorio segreto e qualcuno non ha avuto il coraggio di premere il pulsante dell’autodistruzione, facendo così scappare i contagiati e il virus?

Se è un’arma, perché può colpire tutti anche quelli che lo hanno voluto costruire.

Sembra la leggenda di Halloween, o per meglio dire di Jack, che dopo aver sfidato e fregato il diavolo per ben due volte, e aver combinato grandi casini nella sua vita, non potendo varcare la porta santa del paradiso o quella dell’inferno, si ritrova a vagare come un virus, in girio per il mondo, ma con una nuova tragica maledizione aggiunta: l’invisibilità.

Come un vento nero nella notte.