morte chiama marte

La cultura non è una pomata che ti spalmi addosso, lodandoti, perché fai parte di una corrente o di un club. La cultura non è la scusa per manifestare in piazza senza mascherina a difesa del tuo principio che conta più dell’altro. La cultura non è utilizzare il tuo ruolo per manipolare gli altri a seguire il tuo interesse.

La cultura é: sapere!

In questo momento, in Italia ma anche nel mondo, il sapere, la conoscenza, la competenza, vengono messe in secondo piano. Vale di più chi scenograficamente mette in fila le stesse parole imparate a memoria, piuttosto che l’intellettuale che le sforna al momento, entrando nel contesto.

Chi venera questa situazione, è colui che ha contribuito a crearla,
ovvero chi ha rinunciato alla cultura, smontando scuole ed università.

Inutile lottare contro questi soggetti, perché è la loro ignoranza a parlare, ed il loro “pochismo” a manipolare chi si fa manipolare.

Quasi non ci rendiamo conto, che questo giardino del paradiso, dove ci è stato concesso di vivere, dove vivranno i nostri figli, ci rende responsabili del suo mantenimento verso il futuro.

Oggi parlare di futuro è ipocrita. Quasi portare un’offesa a chi è arrivato da poco e vede tutto lasciato nella confusione. Il nostro impegno dovrebbe essere quello di tenere in ordine, e spiegare come mantenere l’ordine. Invece si cerca la confusione, per affibbiare colpe a chi la pensa in modo diverso dal nostro. Il Covid-19 rappresenta una fortuna per la cultura, lo so che sono parole forti, ma grazie ad esso possiamo guardare in faccia l’ignorante, e senza il bisogno di aprire bocca, egli si è già palesato; senza mascherina, senza distanza, senza regole. Un inchiostro indelebile che non si toglierà mai, che i morti di covid continueranno a spargere, e chi ha perso qualcuno continuerà a vedere.

Mai come adesso bisogna pensare al futuro. Siamo capaci di andare su Marte, ma non siamo capaci di difenderci da un organismo infinitamente piccolo. Forse su Marte non ci dovremo andare. Perché non sappiamo cosa potrebbe succedere se portassimo i nostri batteri su un pianeta sterile. Come faremo a sostenere la vita se noi per primi potremmo essere i portatori di morte?

Prima bisogna imparare da quello che stiamo vivendo qui sulla terra, e risolverlo, per poter fare un balzo nel futuro, con la certezza di non rovinare un altro mondo, dopo aver annientato quello in cui viviamo.