La vita della società post-covid volenti o nolenti sarà diversa completamente dalla vita vissuta di prima. In uno stato di necessità si sono rivelate tutte le debolezze oggettive e soggettive del tessuto sociale e cognitivo che caratterizza di fatto quell’area di popolazione, definita produttiva, che si è lasciata sopraffare dagli eventi, perché incapace, impreparata, inadeguata alle restrizioni fisiche personali.
BIAS ne abbiamo?
Quando accadono tali eventi oltre a studiare una società fatta di persone e poi di cose, bisogna analizzare, capire i comportamenti umani, interiorizzarli, e definire un recinto di osservazione; per capire quali sono gli stimoli e quali le risposte. Quali le devianze “bias” cognitive temporanee e quali invece in consolidazione, nella popolazione del futuro, dei giovani, delle persone definite “improduttive”.
Questo è il metodo scientifico per creare un’analisi che possa diventare uno strumento inter-relazionale di sostegno a tutte le categorie coinvolte: figli, genitori, insegnanti, politici, medici, ecc. Tutti i piani verticali della società per come la conoscevamo.
Purtroppo, durante la fase acuta, il momento più difficile della realtà, della morte, della sconfitta, della fine; si materializzano correnti di pensiero asincrono, che sfociano in sfoghi, in grida, in manifestazioni di paura provata e percepita che si camuffano in proteste e accuse, portandosi dietro tutti i pregiudizi mnemonici della società conosciuta e vissuta pre-covid.
Chi può scrivere nel genoma umano?
Il cervello umano ha la capacità cognitiva di scrivere all’interno della catena ribonucleica di DNA, lasciando impronte indelebili che determinano modificazioni evolutive sui soggetti futuri. A differenza di quello che si pensa, le informazioni registrate causano modifiche contrastanti ed opposte alle situazioni origine di questa riscrittura genica. Chi ha vissuto la guerra, la fame, la carestia, i bombardamenti, il dolore, la costrizione, la violenza; scrive inconsapevolmente nel proprio patrimonio genetico informazioni che riguardano il vissuto ed il presente della vita, come l’impossibilità di mangiare, l’impossibilità di poter uscire di casa per strada nel secondo millennio per i bombardamenti, per i nazisti, per il rischio di morire all’istante, nel terzo millennio per la possibilità di contagio, di ammalarsi irreversibilmente, per paura che l’altro non rispetti le norme anti contagio. Sono situazioni diverse, scriveranno informazioni genetiche diverse, ma le conseguenze evolutive, cognitive, saranno sovrapponibili come effetto. Le correnti di pensiero degli anni settanta, che sposavano la libertà, la pace, la serenità di una vita anche improduttiva, dove si accetta la comunità per condividere un’idea ed una condizione umana, l’essenzialità della proprietà privata, l’abbandono delle città per la vita in comune, senza privilegi, senza servizi, a volte fisicamente trasandati: capelli e barba lunga, poca pulizia e cura di sé, poca scolarità, hanno determinato il cambiamento nella generazione successiva, quella degli anni ottanta come il bisogno di spesa, di affermazione, di cura della propria immagine, di civilizzazione cittadini, con la costruzione di palazzi e servizi condivisi, il motorino come mezzo di emancipazione adolescenziale. Un piccolo salto generazionale di soli dieci anni, e lo scritto genetico ha saltato gli scritti precedenti opponendosi all’ultima traccia scritta.
Cosa abbiamo capito dalla storia che abbiamo vissuto?
Difficile da comprendere ma scritto in modo indelebile nella storia. Dalla caduta della Russia alla fermata della guerra fredda per arrivare all’abbattimento del muro di Berlino, per passare dai Pink Floyd ai Nirvana. Salti generazionali cognitivi che si rispecchiano nei suoni e nei contenuti delle canzoni. Per passare dal denaro solido al denaro liquido digitale, dal contante alla carta di credito. Per poi sfamarsi di comunicazione, dal sentirsi al telefono della cabina a gettoni una volta al giorno, allo scrivere e comunicare su uno schermo touch.
Che peste ti colga!
Poi arriva silenziosamente ed in modo invisibile la peste del terzo millennio, non sappiamo se costruita ad hoc e poi scappata per sbaglio o in modo doloso; ma dalle conseguenze devastanti al punto da fermare tutto il mondo. Sulla nostra traccia genetica di chi ha più di quarant’anni oggi, ci sarà l’unione delle tracce genetiche dominanti (consolidate e recenti) e soccombenti (presenti ma arrivate dai genitori), e questo attenuerà di molto le nuove informazioni scritte, perché saranno il frutto di una diluizione ed una razionalizzazione condizionata. Diverso sarà per le nuove generazioni, dagli adolescenti indietro fino ai neonati covid, sarà una realtà vissuta ed estrema, dove l’esperienza cognitiva e fisica sarà trascritta in modo indelebile. Quando parliamo di generazioni e di DNA dobbiamo ricordarci che gli ovuli che ci hanno messo al mondo erano presenti già mentre nostra madre veniva concepita da sua madre, quindi il viaggio genetico che dobbiamo analizzare si fonda dalla nonna materna alla madre alla figlia e ai nipoti del futuro, che dovranno nascere post-covid. Questa catena determina circa centovent’anni di evoluzione. (La nonna concepisce a 30 anni, la figlia (ha dentro di sé l’ovulo della nipote) concepisce a 30 anni, la nipote (geneticamente presente già alla nascita della madre ha una memoria genetica di 60 anni) concepisce a 30 anni, il/la nascitura contiene nel suo DNA 90 anni di evoluzione riscritta.
Tutte le reazioni avverse esterne, come le radiazioni, le contaminazioni, le infezioni, scrivono nella memoria genetica, possono alterare gli ovuli, e quindi determinare modificazioni sostanziali.
Siamo ignoranti?
Oggi non sappiamo come il covid agirà sulla nostra catena genetica, quello che però sappiamo è che sta agendo sulle generazioni future, indebolendo la parte cognitiva, reprimendo i sogni ed una visione del futuro dei nostri ragazzi.
La scuola è importante, ma io dico: la vita di più!
Non possiamo liquidare una vita perché non può andare a scuola, ma perché un essere umano è stato privato delle sue libertà fondamentali. La vita e la cognitività sono un complesso: Sistema. Dove questa parola rappresenta l’insieme, la somma di tante attività percettive, e di risposta. Alcune sono fisiche, alcune sono psichiche, alcune sono genetiche. Mai come oggi bisogna preservare l’evoluzione umana garantendo tracce genetiche pure, pulite dalle scorie derivate da guerre e pandemie. L’unico modo per riscrivere e modificare quanto scritto è aggiungere esperienze positive. Questo deve essere un monito a tutti coloro che lavorano sui figli del futuro, sulla loro coscienza, sulla loro realtà, perché è loro responsabilità avviare un processo di sostegno, di attraversamento da questa brutta condizione verso il futuro. Un tappeto immaginario, sicuro, che divida i giovani dalla condizione difficile che calpesteranno lungo questo percorso. Un processo di crescita cognitiva che avrà più direzioni percorribili, ma che dovranno tutte condurre a valori normali di normalità.
Oggi non si può pensare di dare consigli a vanvera, oppure lavorare con il principio di conoscibilità, perché nessuno di noi, insegnanti, genitori, ragazzi; sappiamo cosa succederà domani. Quindi il nostro obiettivo dovrà scavalcare questa incertezza, e dovrà consolidare una strategia per il: Dopodomani. Per avere almeno la certezza che qualcosa finirà e si potrà ripartire. Questo principio, che semplificato è il principio del dato stabile, determina “la scelta”, la decisione nel bene e nel male di cambiare e di muoversi in una direzione. Chi si permette di analizzare il singolo comportamento dell’allievo per prendere una decisione e su di esso costruire il proprio atteggiamento verso il futuro, sta sbagliando perché non ha le competenze per fare questa valutazione, ma soprattutto non può progettare il futuro senza costruire “un sistema”, ovvero l’insieme di più informazioni e di conseguenza di più scelte da offrire ai propri allievi. Stessa cosa per il genitore che giudica l’insegnante per partito preso o per preconcetti genetici che lo inducono al giudizio e alla soluzione improvvisata per denigrare il grido di aiuto di una singola allieva. L’opportunità che abbiamo davanti è di unire e non dividere, la famiglia e la scuola, ma con un principio di solidarietà condivisa, dove se mancano le informazioni e siamo tutti ignoranti, dobbiamo rispettarci ed imparare l’uno dall’altro quotidianamente, come se fosse una fonte d’acqua dove tutti hanno il diritto di abbeverarsi, ma non perché è un diritto il bere, ma perché quell’acqua è uno dei segmenti fondamentali per garantire la sopravvivenza, ma che non basta per garantire la vita.
Chi sarà il cittadino del futuro post-covid?
Le generazioni post-covid saranno libere, cercheranno la sporcizia, la spensieratezza, la libertà, la distanza dalla politica e dalla vita cittadina, migreranno in altri paesi, non accetteranno le leggi o le regole, saranno i mattoni di nuove generazioni, ma attiveranno un nuovo ciclo rivoluzionario di crescita sociale che si piegherà a spirale, assomigliando in modo impressionante ai geni delle spirali del sessantotto, ripercorrendo in veste post moderna, con nuove tecnologie e nuovi scenari di comunicazione, una storia già vissuta. Con la speranza di scrivere una storia più matura, che tenga conto degli errori, e che eviti di commetterne degli altri.
Che nessuno si permetta di giudicare l’altro, perché siamo così ignoranti da aver causato il covid, quindi Omnia Causa Fiunt se l’altro sbaglia è anche per colpa mia.